Diario di Ugo Scheidegger

 
 

Sono nato nel 1941 a Berna dove ho vissuto la mia prima infanzia con i miei genitori le mie tre sorelle e i miei due fratelli, tutti più grandi di me.

Nel 1951 ci siamo trasferiti in Ticino nel bellissimo villaggio di Carona.

Terminate le scuole obbligatorie avrei voluto continuare l’attività di mio padre,  l’orologiaio, ma la crisi del settore me lo impedì.

Quindi ho cominciato a lavorare come assicuratore a Lugano; a 18 anni sono stato incorporato nei pompieri di Carona.

I giovani di Carona avevano la possibilità di praticare lo judo, con i  miei amici ci divertivamo ad apprendere la disciplina e le regole di questo sport.

A 20 anni, come tutti a quei tempi, l’esercito mi ha chiamato per svolgere la scuola reclute nei Dragoni Motorizzati ad Aarau capitale del canton Argovia.

Terminato il servizio militare sono rientrato a Carona, e una sera durante gli allenamenti di judo notai una ragazza che non si allenava, ma accompagnava le sue sorelline e stava lì a guardare… solo le sorelline?

In ogni caso Marily Solari, così si chiamava, divenne la mia fidanzata ufficialmente dichiarati nel 1961.

E nel 1962 ci siamo sposati nella chiesa della Madonna D’Ongero.

Presto arrivarono in  nostri 3 figli Ivan, Fiorenzo e Stefano. Tre maschi uno dopo l’altro era molto impegnativo ma vivere nel verde di Carona ci ha permesso di avere lo spazio per i bambini e per noi.

Nel 1968 ho trovato lavoro presso la lavanderia Silca di Giacomo Riedi. Una azienda famigliare, con la famiglia Riedi e i dipendenti c’era un rapporto speciale a volte ci si trovava per andare al fiume, per fare grigliate, ecc… un rapporto di amicizia è nato anche con Trudi, poschiavina doc, con lei e la sua famiglia in quel di Poschiavo abbiamo passato diverso tempo fra i monti, rifugio dal tran-tran del lavoro.


Molto presto mia madre morì, i miei fratelli e sorelle già adulti tornarono nella Svizzera interna, rimanemmo Susi e io con mio padre che in seguito si risposò con Berenice Botticchio, e con lei c’era mio fratellino Bruno, e dal loro matrimonio nacque Monica la più piccola dei Scheidegger. Susi Bruno e Monica sono i fratelli con cui ho condiviso una lunga parte della vita nella famiglia Scheidegger. Poi Susi si trasferì anche lei in Svizzera interna, ma tornava regolarmente a trovarmi con Carlo e le figlie Regula e Dominique.



La vita pompieristica era una seconda vita come ogni pompiere ad ogni momento pronto ad uscire di casa per soccorrere qualcuno, e a casa rimangono le mogli e i figli in attesa del ritorno. Benché impegnativo mi ha dato molte soddisfazioni, per 30 anni ho avuto l’onore di essere il comandante dei pompieri di Carona. Un esperienza che ha occupato gran parte del mio tempo ma che mi ha permesso di conoscere le persone in un modo differente creare amicizie profonde e degne di rispetto.

Una grande famiglia di pompieri.

Giunta l’età del pensionamento ho avuto il piacere di cedere il comando a mio figlio Ivan.

Pensavo di congedarmi definitivamente, ma la grande famiglia dei pompieri mi ha sempre coinvolto in attività non operative. Questo è stato per me un grande onore.


Con Marily e i miei tre ragazzi abbiamo percorso molta strada, anzi molti chilometri. Per le vacanze ho sempre usato l’auto come mezzo di trasporto.

Attraverso l’Italia, la Jugoslavia, la Francia e la Svizzera. Con una tenda e tutto l’occorrente per il campeggio alla ricerca di un angolo tranquillo dove fermarsi per qualche ora dove accendere un fuocherello e stare con la mia famiglia.


Avere tre maschi pensi che non usciranno mai di casa a meno che delle brave ragazze come Beatrice e Christina non se li siano sposati. E così ecco che due lasciano il nido. Gioia per loro e una lacrimuccia perché partono.

Però i sorrisi non dureranno a lungo, la malattia di Marily che da anni la consuma lentamente, ha vinto e così nell’agosto del 1992 a soli 55 anni se ne andò.

Un duro colpo per me non c’era più futuro rimasto senza la mia amata moglie.

Ero vuoto senza fare più nulla, il lavoro mi occupava la giornata e alla sera il silenzio, Marily non c’era più. I giorni passavano lenti lenti. Poi una nuova luce i nipoti prima Shira poi Marco, Carla e Sean, Valeria, Fiona e per ultimo Malyk.

I miei cari nipoti hanno riacceso una candelina nel mio cuore e lentamente ho ricominciato a vivere, preparando qualche tartina poi un pranzo poi qualche cena ma soprattutto i dolci sapevano che nel mio congelatore c’era sempre un gelato per loro.

Questa scintilla ha risvegliato in me vecchi sogni, i viaggi nell’antico Egitto. Cominciai le mie avventure in Egitto, Mexico, Egitto, India, Egitto, Marocco, Egitto.


Sono soddisfatto, i figli sono sotto controllo delle mie nuore, alle quali ho specificato che non li avrei più ripersi in dietro.

Benché i nipoti mi rallegrassero a volte mi mancava la compagnia della mia Marily.

Soprattutto nei miei viaggi, visitare paesi lontani e non  poter condividerne le esperienze con qualcuno.

Spesso ho pensato come fare, alcune volte mi hanno accompagnato i miei parenti.

Per organizzarmi e programmare i miei viaggi da diverso tempo ho usato il computer, nelle mie ricerche ho anche pensato se fosse possibile trovare qualcuno che avesse i miei stessi interessi e passioni per i viaggi e l’Egitto.

Ed ecco che una signora, Giovanna Huber da Meiringen, mi ha contattato e abbiamo deciso di incontrarci sul passo della Novena.

Ci siamo incontrati alle 10.00 e abbiamo preso un caffè, abbiamo chiacchierato e passeggiato fino a tardi.

Abbiamo trovato subito molti punti in comune, poi siamo andati a fare dei bellissimi viaggi alla scoperta dell’Egitto.

Una compagna ideale che mi ha aiutato a dimenticare la solitudine, l’essere vedovi ci ha accomunato e ci ha permesso di convivere con la perdita dei nostri corrispettivi coniugi.

Mi piaceva andare a trovare Giovanna, stare a Meiringen conoscere il suo mondo è stato molto bello e ci ha avvicinato sempre di più. Ho voluto portare anche la mia famiglia a Meiringen e far conoscere anche a loro la mia nuova compagna e il suo mondo.

Giovanna fa parte delle mia vita e della mia famiglia.


Quando mi trovo con le famiglie di Susanne e Brigitte mi sento a casa mia, e la nascita di Julia mi ha permesso di avere una nuova nipotina.


Nell’ottobre del 2008 Giovanna si trasferisce a Carona in via Maistra 4, molto vicini l’uno dall’altro, ma c’erano ancora 50 metri di strada fra di noi, decidemmo che dovevo trasferirmi anch’io da via Maistra 13 a via Maistra 4.

Giovanna con la passione per l’orto mi ha insegnato ad apprezzare le piccole cose, dalla pietruzza, ad un insetto, un farfalla, un fiorellino colorato, ecc…

La mia vita è come un sogno sono molto felice di quello che ho e di quello che sto vivendo

 

17.11.2010 ore 11.58

CORPO POMPIERI CARONA

pompieri non si nasce, ma quando lo si diventa,

lo si rimane per tutta la vita